L'architettura della parola

ospiti

Questa particolare pagina è destinata a chi ha l’intenzione di approfittare della sua ospitalità per esporre una propria opera, una propria passione, una propria perversione. L’unico criterio a cui l’ospite deve rispondere è il possesso del buon gusto e del rigore metodologico per i lavori artistici e per i lavori scientifici. La pagina, aperta a qualsiasi argomento, dall’insettologia all’ufologia, è curata da un insindacabile Consiglio.

Giovanni Fierro

OSPITE VIII | Giovanni Fierro: “Invece di restare – Poesie 2004 > 2015

Oggi come oggi, per determinati aspetti come ieri, lo scrivere si traduce nell’urgenza di percorrere il tempo corrente che si fa sempre più frazionato e sempre più esposto alle incertezze del divenire, rispetto al passato. O forse no.
Nel caso del poeta goriziano Giovanni Fierro, classe 1968, a prima vista certamente sì. Lo si vede dai tratti distintivi della sua scrittura, ch’é frantumata e procede, come afferma il poeta Francesco Marotta, a scatti: Onora sempre le bolle di sapone // come l’uomo sono fatte di fiato / provengono da un respiro // come il corpo umano sono una tessitura di acqua // con trasparenza mostrano il silenzio. // Un soffio le fa volare nell’aria e vanno / si rincorrono come baci // come la vita non ritornano.
La poesia di Fierro ha per lo più a che fare con la sfera personale e familiare, mentre i luoghi non si distanziano di molto - al massimo di qualche centinaio di chilometri circonferenziali - dal territorio di appartenenza eppure, sia le situazioni sia i luoghi, posseggono entro di sé una tale carica significativa da mettere a nudo l’universale fragilità dell’esistenza.
L’antologia qui presentata ripercorre l’esperienza poetica di Fierro dagli esordi di Lasciami così (2004) alla plaquette Oleandro e garaža (2015), passando naturalmente per Il riparo che non ho (2011) che gli valse il premio “Ultima Frontiera” di Volterra, Pisa, edizione 2012.
Download Invece di restare - Poesie 2004 > 2015

Srđa Orbanić

OSPITE VII | Srđa Orbanić: “Diari di lettura – vescovo Tomasini

Srđa Orbanić è da quarant’anni cultore di cose istriane per vocazione, alla quale è stato iniziato dal nonno Barba Jože Macarea e dalla nonna Ana Mišanka, è da trent’anni ricercatore scientifico nel campo sociolinguistico e antopolinguistico per professione, alla quale è stato iniziato dalla madre spirituale Nelida Milani Kruljac, ed è da sempre gastronomo e enologo, in italiano mangione e beone o, come s’esprimono gli istriani, bonkulović per inclinazione intrinseca, strettamente legata alla sua indole che sfugge alla sua volontà e lo possiede - direbbe Eraclito - come un demone.
Il risultato della sinergia tra la vocazione, la professione e l’inclinazione è un duplice pellegrinaggio. Il primo, geografico, lo ha portato e continua a portarlo in giro per l’Istria a visitare paesaggi, ruderi, città, paesi, castelli, palazzi, chiese, cimiteri, osterie, in cerca di immagini e chimere, suoni e silenzi, odori e miasmi, sapori e disgusti che diano un senso di radicamento. Il secondo, librario, lo guida da decenni da biblioteca a biblioteca e da archivio ad archivio, attraverso manoscritti, documenti d’archivio, codici, libri antichi, moderni e contemporanei, cartacei e digitalizzati, in cerca di argomenti e autori istriani. In uno di questi “percorsi filologici” si è imbattuto nel vescovo di Cittanova d’Istria Giacomo Filippo Tomasini (17/11/1595 - 13/06/1655), del quale qui si discute e in parte si presenta il capitolo XXXVII del libro I De’ Comentarii storico-geografici della Provincia dell’Istria, intitolato Delli semplici più rari della provìncia, in cui si tratta largamente degli usi alimentari, terapeutici e apotropaici della flora istriana: download.

Gabriella Gabrielli

OSPITE VI | Gabriella Gabrielli: Que renaše

Dal 1994 voce dei Zuf de Žur (uno dei gruppi che hanno fatto la storia del folk del nord est italiano), ha cantato in numerosi concerti per mezza Europa. Dal 2012 con il Border Trio (Maurizio Veraldi, Diego Todesco e Saso Delebec) porta in scena lo spettacolo Dove il mio naufragar: storie di donne, fiumi e frontiere. Un viaggio musicale lungo un fiume che attraversa terre multietniche raccontando le proprie storie in un groviglio di lingue e di timbri sonori pertinenti ai luoghi di confine, qual è - appunto - il territorio goriziano, dove Gabriella vive da quand’è nata e che da sempre è crocevia di popoli. Le canzoni della Gabrielli sono cantate nelle lingue che ancora oggi fanno parte del bagaglio culturale della sua zona (l’italiano, il friulano e lo sloveno), ma anche in lingue ormai abbandonate (il tedesco e lo yiddish), non dimenticando le lingue dei territori limitrofi (ad esempio il croato) e rivolgendo inoltre l’attenzione alle parlate dialettali locali e ad idiomi geograficamente più lontani. È questo il caso della canzone/video Que renaše, appartenente al cd Dove il mio naufragar, il cui miscuglio linguistico è una proposta sintattico-musicale che travalica ogni tendenza conservatrice e coinvolge l’ascoltatore facendogli superare pregiudizi e chiusure. Da notare infine che l’instancabile ricerca lessicologica della Gabrielli si traduce in una molteplicità di collaborazioni (Alfredo Lacosegliaz, Luigi Maieron, Ambrogio Sparagna, Pino Roveredo, Edoardo De Angelis, Valter Sivilotti, Alessandro Scillitani ecc.) e in una varietà di contributi artistici che spaziano dalla partecipazione alla stesura di alcune colonne sonore alla cura di una rubrica sulla musica popolare per la Radio Rai FVG, con la contemporanea adesione, naturalmente, a numerosi festival musicali.

Alessandro Salvi

OSPITE V | Alessandro Salvi: “Piovono formiche carnivore e altre inezie
Autoironico, graffiante, struggente, implacato, amaro, divertente, romantico, affascinante e scontroso, poco razionale e qualche volta ragionevole e insomma questo e quello, in un andirivieni di contrasti che scoraggerebbe chiunque avesse la malaugurata intenzione di inscatolarlo in questa o in quella poetica, chiamarlo a difesa di un’etica o di un ambiente. Di difficile classificazione, ma di grande forza innovatrice e immediata fruibilità, Alessandro Salvi presenta una fisionomia decisamente originale nel panorama letterario nostrano. Queste le parole spese da Nelida Milani nell’introduzione alla prima silloge del poeta rovignese, Piovono formiche carnivore e altre inezie (Aletti, 2008), tradotta in croato col titolo Rominjaju mravi mesožderi i druge sitnice (Apeiron, 2011). Una poesia abrasiva, quella del nostro, che raschia le asperità del quotidiano e non si risparmia. Per sincerarsene basta scaricare il libro nella versione bilingue e ascoltare qui sotto gli audio delle poesie Ars (im)poetica e Autoritratto con pipa, musicate da Marko Kalčić.
P.S. - dice il Saggio: se non hai connesso al computer un impianto stereo con tutti i crismi, usa le cuffie.

Guido Carrara

OSPITE IV | Guido Carrara e “Il grido del sapo
Il fumetto IL GRIDO DEL SAPO (sapo in spagnolo significa rospo) nasce nelle strade delle metropoli sudamericane, tra poveri, matti e bambini che giocano a pallone. Lo scenario di questa storia è vita vissuta. Nel 2002 nasce in un quartiere povero di Buenos Aires un progetto rivolto ai bambini ed ai giovani che vivono situazioni di indigenza, di violenza e di emarginazione, per offrire loro visioni altre possibili e uno spazio reale nel quale interagire. Guido ne è uno dei fondatori ed organizzatori, mentre i bambini protagonisti de IL GRIDO DEL SAPO, tutti orfani e relegati ad una esistenza da schiavi, si ribellano e rifiutano ogni contatto con la società adulta, determinati a recuperare ed attivare quel gesto, quel passo e quel grido di denuncia che riconsegni all’umanità la facoltà di rompere le catene dell’iniquità.

AVVERTENZA: il Pdf dello strip è di qualità. Di conseguenza forse avrà bisogno di un minutino per esser scaricato sul tuo PC. Non farti coinvolgere dall’impazienza, ma dagli il tempo necessario! Alle cose belle è controproducente metter fretta.
Per avviare il download clicca qui!

Flavia Fasano

OSPITE III | Flavia Fasano
Il bonsai notoriamente è l’arte di creare miniature di alberi in piccoli vasi. Anche le creazioni letterarie dalle dimensioni ridotte possono esser considerate arte bonsai, in grado - come per l’albero - di generare all’interno di uno spazio minuscolo, quanto occorre al respiro della narrazione. Radici, tronco, rami, foglie ed un po’ di terriccio, che si fanno intuizione, costruzione e fotosintesi linguistica.
Consiglio dunque, come fosse una pillola che il vostro fidato medico vi somministra, di leggere il racconto breve di Flavia Fasano intitolato Nautilus. Un’ottima lettura per l’estate e non solo per l’estate…

Nautilus
Amava il mare. Di tutti gl’orizzonti capaci di riempire il suo piccolo cuore, nessun’altro era in grado di rapirla con la stessa forza, o accarezzarne il viso con la stessa dolcezza. Passava giornate intere a guardarlo, immobile. Il mare. Ed ogni volta le pareva diverso eppure uguale a se stesso. Certi giorni era così scuro che per quanto si sforzasse non riusciva a vedere ad un palmo sotto la superficie. Altre invece, e in genere accadeva dopo uno di quei temporali che se ne viene giù così, all’improvviso, l’acqua era limpida e trasparente, che ci vedi chiara ogni cosa, come attraverso una lastra di vetro appena pulita. Erano i giorni migliori, in cui poteva scrutare le profondità ... Continua

Giancarlo Lombardi

OSPITE II | Giancarlo Lombardi
Il poeta cantautoriale armato di fine ed allo stesso tempo graffiante capacità di decifrare lo stato reale degli uomini e delle cose, si presenta (e non mancherà di ripresentarsi più in là) superando qui (ed in altri momenti altrove) le endemiche ritrosie al ruolo di prima voce, con una successione di canzoni da non perdere. Non foss’altro perché Giancarlo Lombardi ne ha di cose da raccontare.
P.S. - dice il Saggio: se non hai connesso al computer un impianto stereo con tutti i crismi, usa le cuffie. Alla consolle Martin O’Loughlin. 

A l m o s t

OSPITE I | A L M O S T #1
La musica della pagina d’entrata è stata composta e registrata fra la primavera e l’autunno duemilasette. Nata come costola di Patacca Globale, ha preso spontanea e ridente vita propria. Musica e produzione: Alberto Blasizza (chitarra #1 e basso) e Monica Romanut (chitarra #2). Alle percussioni, Matteo Pozzar.
P.S. - dice il Saggio: se non hai connesso al computer un impianto stereo con tutti i crismi, usa le cuffie.